La felicità ad ogni costo

 
Titre original
  Le Bonheur d'une manière ou d'une autre
 
 
 
 
© Club Italiano dei
Lettori
 

 

Titre

 

La felicità ad ogni costo

Éditeur

Club Italiano dei Lettori, sous licence de Rizzoli Editore

Lieu d'édition Italie

Année de l'édition

1979
Année du copyright

1978 (Grasset), 1979 pour la traduction italienne (Rizzoli Editore)

Langue Italien
Genre Roman
 
 
Présentation du livre par l'éditeur

Un sistemo sicuro per riuscire a contrabbandare in Egitto nove chili di un potentissimo esplosivo – pensa Thomas – consiste nell'aggregarsi a un viaggio organizzato. È così che l'aristocratico ungherese Thomas, un idealista con un passato tragico, s'imbarca in un'avventura che, almeno esteriormente, non potrebbe esser meno adatta alla sua personalità. Il caso vuole che un ex agente israeliano, il quale ha conosciuto Thomas più di trent'anni prima, ad Auschwitz, veda una fotografia dell'antico compagno di sventura, e, spinto un po' dalla deprimente inazione del pensionato, un po' dall'istinto, intraprenda un'indagine su di lui. Da questo momento le vicende corrono parallele : il viaggio di Thomas, tra una folla di allegri turisti, animati da una frenetica smania di divertimento, e la ricerca accanita, di tono sempre più drammatico, dell'israeliano Samuel, che ricostruisce a poco a poco, con ritmo incalzante, le tappe della vita di Thomas, per arrivare a un'allucinante certezza sulle intenzioni del aristocratico ungherese travestito da innocuo turista. Il romanzo, grande affresco a colori smaglianti, si snoda in un susseguirsi di colpi di scena e di brillantissimi dialoghi, da cui i vari personaggi escono nitidi e vivi; disegnati con incisiva freschezza, a tratti essenziali, si presentano agli occhi del lettore con un realismo dei più avvincenti. Con un acuto senso psicologico e un pungente umorismo, Arnothy dipinge a pennellate precise e lucenti sesso e nostalgia, amore della vita e dolore del mondo si fondono in un quadro che unisce il verismo alla poesia.

© Club Italiano dei Lettori et Christine Arnothy
© Christine Arnothy